Pensieri periodici dal blog: Quanto può essere pericoloso un libro.

Fin dall’antichità, il sapere era riservato ai sacerdoti, agli oratori e ai regnanti, che basandosi sulle loro riflessioni, formulavano le regole per il popolo e davano loro i valori di vita da seguire.

Questo indottrinamento delle masse serviva per mantenere alto il loro potere e la loro ricchezza, continuando a sfruttare e schiavizzare le persone appartenenti ai ceti meno abbienti.

Tuttavia, il vero potere era detenuto dal corpo ecclesiastico.

I sacerdoti detenevano conoscenze religiose e spirituali che venivano utilizzate per influenzare e controllare le masse.

Anche per questo molte giovani rampolle di famiglie benestanti, venivano relegate in convento insieme alla loro dote allo scopo di ottenere favori dai prelati.

Gli oratori, invece, erano esperti nell’arte della persuasione e dell’eloquenza, in grado di convincere le persone a seguire determinate idee o azioni.

I regnanti, infine, utilizzavano il loro potere politico e militare per controllare le persone e garantire il loro dominio.

Un bel quadretto, non c’è dubbio, soprattutto se consideriamo il clima di violenza e paura nel quale venivano perpetuati i soprusi verso le persone più deboli.

Nessuna associazione di categoria per difendere i consumatori, nessun centro antiviolenza al quale una donna poteva rivolgersi per denunciare la violazione dei propri diritti, nessuna Corte di Giustizia Europea alla quale rivolgersi per denunciare la violazione di diritti imprescindibili.

Tuttavia, l’avvento della stampa ha rivoluzionato la diffusione delle idee e del sapere.

I libri hanno permesso a molte persone comuni di accedere a conoscenze e pensieri che prima erano riservati solo a pochi.

Ma proprio per la loro capacità di aprire nuove prospettive e stimolare il pensiero critico, i libri sono stati spesso considerati pericolosi dalle autorità politiche e religiose.

Basti pensare alla censura dei libri durante l’Inquisizione o alle opere bandite dai regimi totalitari del Novecento.

E ancora oggi, in alcuni Paesi, la lettura di certi libri è considerata un reato.

I libri possono cambiare le persone e fargli scoprire nuove idee e modi di pensare.

Possono far nascere la ribellione e alimentare la lotta per i diritti e la libertà.

Possono, in altre parole, mettere in discussione lo status quo e minare le basi del potere costituito.

Per questo, un libro può essere considerato pericoloso da coloro che hanno interesse a mantenere intatti i loro privilegi e il loro potere.

Ma proprio per questo, la lettura e la diffusione del sapere restano strumenti vitali per la crescita delle persone e la diffusione della democrazia.

Di Claudia Radi (.blog)

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