Divagazioni personali/1: ‘’La Crisi’’

La legge 3/2012, ora confluita nel nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, ha introdotto importanti novità nell’approccio alla gestione delle crisi aziendali e degli operatori economici in genere.

 Al contrario di quanto avveniva in passato, in considerazione dell’attuale mutevolezza repentina del mercato economico mondiale dovuta a molteplici fattori, l’impianto normativo dettato dall’Unione Europea mira a fornire incentivi e strumenti per consentire al debitore in crisi di superare le difficoltà finanziarie senza essere colpevolizzato.

L’obiettivo principale delle norme europee è quello di evitare che le aziende e gli operatori economici in genere, debbano dichiarare ‘’fallimento’’ (nel nuovo codice della crisi il termine è stato sostituito con quello di ‘’liquidazione giudiziale’’), con le conseguenze negative che ne derivano sia per gli operatori economici che per l’economia nel suo complesso.

Invece di considerare il debitore in crisi come un colpevole, infatti, si cerca di offrire soluzioni concrete che permettano il ripianamento della sua posizione debitoria e il suo reinserimento nella società.

La legge prevede, quindi, la possibilità per il debitore di ricorrere a procedure di accordo di ristrutturazione dei debiti, che possono coinvolgere creditori, istituti di credito e altre figure professionali, al fine di trovare un accordo che consenta al debitore di pagare i debiti in maniera sostenibile nel tempo.

Un aspetto importante introdotto dalla legge è la protezione del debitore in crisi dai cosiddetti “sciacalli senza scrupoli”, ovvero coloro che potrebbero approfittarsi della situazione di fragilità economica per ottenere il controllo dei suoi beni a prezzi molto bassi o esercitare altre forme di sopruso.

La normativa prevede, infatti, l’intervento di un organismo indipendente che supervisiona i processi di accordo e che garantisce sia il rispetto delle regole che la tutela dei diritti del debitore.

Inoltre, la legge pone l’accento sulla possibilità per il debitore in crisi di essere reintegrato nel tessuto sociale, permettendogli di ripartire e guardare al futuro.

Questo implica anche la necessità di definire in maniera chiara e trasparente la sua precedente situazione debitoria, in modo tale da poter riprendere l’attività economica su basi solide e sicure.

In conclusione, la legge 3/2012, ora confluita nel nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, rappresenta una svolta nell’approccio alla gestione delle crisi, mettendo al centro la protezione del debitore e offrendogli gli strumenti necessari per superare le difficoltà finanziarie e ricominciare.

Fino a qui sembrerebbe tutto molto chiaro e addirittura semplice, ma nella realtà, in Italia, la gestione della crisi sembra sollevare innumerevoli problematiche.

( 1A parte Divagazioni personali ”La crisi” di Claudia Radi)

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