Imprenditoria e società (già pubblicato il 14.06.2022)

Imprenditoria e società, binomio non sempre riconosciuto, è l’accostamento in termini che illumina l’evidenza della loro fortissima interazione.

Apparentemente la società esiste indipendentemente dagli elementi fondamentali che la costituiscono.

Osservandola con sguardo più attento e critico, ci accorgiamo delle numerose interazioni dalle quali la società trae nutrimento e attraverso le quali gradualmente si trasforma.

Ignorare l’importanza di elementi fondamentali che la sostengono e arricchiscono, determina il suo progressivo distacco dalla concretezza e l’accentuarsi della sua nuova caratteristica di ‘’liquidità’’ (Zygmunt Bauman, sociologo, ‘’Modernità liquida’’).

Società liquida, che scivola sopra ogni cosa non lasciandosi più permeare da accadimenti importanti che meriterebbero di essere metabolizzati e non sorvolati.

È senz’altro comprensibile che i numerosi e velocissimi cambiamenti comportino in noi la percezione del rischio di smarrirci, soprattutto se ci sentiamo abbandonati in uno Stato nel quale non abbiamo la certezza di ottenere la giusta tutela dei nostri diritti.

Ciò nonostante, accettare (bisogna combatterla…) la scissione derivante dalla nostra incapacità di metabolizzare i cambiamenti e la realtà (tangibile, concreta…) determinata dai cambianti stessi, non può che creare una società composta da individui che pensano e agiscono in modo schizofrenico (scisso da loro stessi), in preda a choc cognitivi che inevitabilmente influiscono sui loro comportamenti.

Rifiutare la concretezza che un attivo senso di responsabilità determinerebbe in attenzione e reazione coerente, equivarrebbe allo sfacelo del futuro divenire.

In tutto queste dinamiche sociali lo spirito imprenditoriale rischia di perdersi.

L’imprenditore/imprenditrice provvidenziale che sa creare aziende e posti di lavoro, è in primo luogo una persona che non può esprimersi se non può formarsi.

Moltissime competenze possono essere acquisite con lo studio accademico e non…

Per altre, è necessario un habitat confacente alla crescita e allo sviluppo delle doti naturali: respirare, dare ossigeno alla propria mente in assenza di condizionamento.

Inoltre, la capacità leaderistica dell’imprenditore/imprenditrice non potrà più essere riconosciuta, apprezzata, sostenuta, da coloro che hanno l’obbiettivo ultimo e primario di fare soldi (se potessero si limiterebbero a stamparli…).

“Imprenditoria e società’’ dovrebbe essere un binomio universalmente riconosciuto, da analizzare per promuovere l’evoluzione.

La massificazione in atto che costringe, di fatto, alle aggregazioni come unici organismi possibili in grado di fronteggiare la crisi, determinerà il sopravvento della loro gestione meccanica con il risultato che menti brillanti verranno silenziate nel più vasto silenzio della società rumorosa che, non metabolizzando alcunché di umano, non sarà più in grado di esprimere contenuti validi ma solo vacue parole.

Abbiamo bisogno di nuove consapevolezze per poter fronteggiare tutto questo.

Se non lavoriamo su noi stessi per ampliare la nostra capacità di adattamento, potenziando le nostre funzionalità naturali che ci imporrebbero di reagire/agire, il rischio di rimanere schiacciati e annientati è molto alto.

 Abbiamo bisogno di rimanere (o ritornare?) umani e di smetterla con l’atteggiamento più diffuso, di corsa all’accaparramento di privilegi personali: il mondo è uno, arrivisti di scarso contenuto e smisuratamente assetati di soldi, fatevene una ragione.

Non ci sarà mai pace ed equità per nessuno, fin tanto che non esisterà per tutti.

-”Imprenditoria e società”, di Claudia RADI (commercialista e giurista) –

Interni Studio Radi Claudia, Via Timavo 12, Roma
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