L’ ”Homo Faber”

(tratto da ‘’Sulla poesia’’ di Claudia Radi, Capitolo IV ‘’L’aspetto poetico ’’, Par.1 ‘’La poesia’’; tutti i diritti riservati):

Cielo azzurro luminoso e striato di bianco,

sopra un mare limpido,

calmo e sconfinato, sul quale riflette anche il volo di un gabbiano…

Cielo plumbeo,

sopra un mare color catrame

che l’olezzo della putrefazione diffonde.

Prato verde,

mosso dal lieve soffiare del vento,

sul quale lo sguardo corre fino al limitar del bosco e il cielo,

e più in alto stormi di rondini in volo a migrar lontano.

Voragini di terra arsa dal fuoco,

fumo nell’aria e tracce color mosto d’intorno.

Nero, nero, nero il cielo che sovrasta, coperto dall’Homo Faber …

Torrenti cristallini a scavar la roccia,

nel trepidar della corsa con lo schioccar dell’acqua,

precipitarsi in pozze per invitar bambini a tuffarsi e giocare.

Fenditure brune tra le montagne arse dal sole,

silenzio, carcasse sparse, arida la terra in fondo alla corsa che un tempo muoveva la vita.

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