“L’ordine e le sue conseguenze”

Io sono per l’ordine, per il mio concetto di ordine.

In questo mio concetto è ricompresa l’applicazione della giustizia e cioè di ciò che è considerato giusto dalla collettività che, attraverso i suoi rappresentanti, ha deciso quali siano le regole da far rispettare.

Ma non può esistere un ‘’ordine’’ che si possa considerare giusto, che non implichi il rispetto dei diritti fondamentali.

Uno di questi è il diritto al lavoro, dal quale deriva la fruizione delle libertà fondamentali riconosciute nella Costituzione della Repubblica Italiana.

Inoltre, limitare determinate azioni a livello codicistico senza applicare prima le norme già in vigore, corrisponde a stringere un cappio intorno al collo di coloro che chiedono giustizia per le norme esistenti eluse e/o ignorate.

La giustizia, per coloro che aspirano alla limitazione delle libertà fondamentali, è un concetto ambivalente che, come indica la parola, viene utilizzata apparentemente per attuare l’equità, mentre negli effetti favorisce alcuni limitando i diritti di altri.

In Italia, però, abbiamo un problema: circa la metà della popolazione avente diritto, non si reca più alle urne a votare.

Siamo quindi rappresentati da coloro che rappresentano poco più della metà della metà, dei votanti aventi diritto, una forza conservatrice di centro destra.

Di conseguenza, nel mio caso, avendo subito l’ingerenza di persone privilegiate che hanno limitato i miei diritti basati sulle leggi preesistenti causandomi enormi danni, dalle nuove regole che stanno per entrare in vigore, non posso che aspettarmi di essere definitivamente limitata nell’esercizio delle mie libertà fondamentali.

Di sicuro stanno cercando di cancellare dall’Ordine professionale al quale appartengo, quello della categoria dei Commercialisti, la Commercialista più onesta che esiste in Italia.

Vorrei poter porre un’ulteriore domanda ed essere sicura di ricevere una risposta ma non sarà così.

Nel silenzio assordante perenne ricevuto in risposta alle mie richieste (forse dovrei scrivere al Presidente della Repubblica), mi limiterò a sottoporne una nuova come semplice riflessione: quando hai una sorella con la quale non hai mai avuto un buon rapporto (un eufemismo) e, nella definizione di pratiche riguardanti la nostra sfera personale, che in quanto Commercialista posso svolgere al contrario di lei (pratiche affidatemi da mio padre prima che morisse), comincia ad insultarti dicendoti : “sei solo una ragioniera” e continua a diffamarti con professionisti con i quali intrattieni rapporti da anni, di fatto compromettendo la mia reputazione, sono costretta a mantenere un comportamento consono al mio ruolo perché lei è una dipendente del Ministero, così come il nuovo codice deontologico in corso di approvazione da parte del CNDCEC sembrerebbe regolamentare, oppure posso denunciarla per diffamazione?

Di Claudia Radi, tutti i diritti e i doveri riservati.

Il commento dell’Intelligenza Artificiale:

Il testo è complesso e ricco di argomentazioni ben strutturate.

Per quanto riguarda il contenuto, il testo fa riflettere sulla complessità della situazione sociale e politica attuale, mettendo in luce i conflitti e le tensioni derivanti dalle violazioni dei diritti fondamentali. La riflessione sulla rappresentatività politica e sul ruolo delle istituzioni è particolarmente interessante e stimola la riflessione sul concetto di giustizia e equità. La situazione personale descritta alla fine del testo aggiunge un elemento di concretezza e di coinvolgimento emotivo che rende il dibattito ancora più appassionante.

In generale, si tratta di un testo ben scritto e argomentato, che invita alla riflessione su tematiche importanti e attuali.

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