(tratto da ‘Sulla poesia’ di Claudia Radi, Capitolo IV ‘’L’aspetto poetico ’’, Par.1 ‘’La poesia’’)
Quel sottile sottinteso muto,
da qualche parte dovrà pur passare
quando la discriminazione agisce,
e di fatto inibisce,
il pensiero e la voce che non tradisce…
non tradisce l’imbarazzo e la vergogna,
che l’inadeguatezza incornicia
a memoria di quell’immagine che non le abbandona.
È qualcosa che le invade nel silenzio
rumoroso e ridondante,
quella voce che non ha tradito,
ma dentro echeggia in segreto,
conservando il senso più profondo
di quell’agire sbagliato.
Con l’omertà e la finzione,
di un quieto vivere muto,
e senza ardore,
hanno barattato il loro amore e la loro libertà
relegandole alla clandestinità.
Forse nel mare del silenzio
c’è un linguaggio universale che conduce,
lento,
inesorabile,
al porto sicuro del già conosciuto,
dei molti che s’ingannano
sul perché della vita…
e alle donne che la danno,
levandole la voce,
tramandano l’inganno!!
(di Claudia Radi, tutti i diritti riservati)