Pensieri periodici dal blog: “Il libero arbitrio”
Quindi eccoci tutti qui: alcuni con ansie incontrollabili, altri con problemi contingenti o la paura di fallire, altri ancora con una costante dissociazione dalla realtà che ormai è diventata troppo crudele da sopportare.
C’è chi ha subito traumi gravi causati dall’aver visto ammazzare la propria madre dal proprio padre, la propria figlia o sorella dall’ex fidanzato o marito, degli amici per mano di un terrorista che improvvisamente ha iniziato a sparare in un rave party, in una scuola, in un mercatino o dentro un supermercato.
Siamo una grande famiglia che abita il mondo.
In questa famiglia ci sono anche coloro che si preparano per la settimana bianca, per lo shopping sfrenato durante il periodo natalizio, per un viaggio alle Baleari, ai Caraibi, o alle Antille.
Come in ogni famiglia che si rispetti, è importante promuovere il dialogo, la comprensione, il rispetto e l’aiuto verso chi è più debole.
Perciò, ci rivolgiamo alle istituzioni quando riteniamo che un problema possa danneggiare l’intera famiglia e quando non siamo in grado di gestire e risolvere tale problema da soli.
I più giovani osservano sempre gli adulti, fino a quando le contraddizioni diventano troppe e i silenzi troppo prolungati.
A quel punto c’è chi, tra loro, decide di allontanarsi, drogarsi, scagliarsi contro qualcuno, rubare o uccidere.
I giovani assorbono, osservano e poi presentano il conto della loro mancata educazione e formazione alla vita sociale.
Tra i tanti codici giuridici che abbiamo a disposizione, nessuno fa menzione del reato di indifferenza.
Certamente, l’omissione di soccorso è un reato, ma se sai di essere l’unico a saperne qualcosa e nessun’altro lo sa, allora sei libero di far finta di niente e rimanere indifferente.
Puoi anche evitare di parlarne o decidere di parlare di altre cose, contribuendo così alla distorsione dell’informazione e alla manipolazione della realtà.
Il libero arbitrio, infatti, esiste ancora, ma prevalentemente nell’esercitare l’individualismo, chissà perché.
Forse il predominio dell’individualismo nel libero arbitrio potrebbe essere dovuto dalla cultura e dalla società in cui viviamo, che incoraggia a perseguire il successo personale, l’autorealizzazione e l’indipendenza.
I media, in particolare, contribuiscono a diffondere questa mentalità, enfatizzando la competizione e il consumo.
Ma l’esercizio del libero arbitrio non può e non deve dipendere dalle sole circostanze esterne, ma dovrebbe tornare a scaturire dal nostro modo di pensare e valutare le scelte che facciamo.
Non dobbiamo dimenticare, infatti, che l’esercizio del libero arbitrio è un concetto fluido e, come tale, dipende da molteplici fatturi: culturali, sociali e personali.
La società può influenzare, ma non determinare le scelte delle persone.
Una comprensione più approfondita del concetto di libero arbitrio potrebbe aiutare a sviluppare una visione più bilanciata che non escluda l’esercizio della libertà individuale.
Buone letture, buone riflessioni e buono studio a tutte/i.
Claudia Radi (.blog)
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