(tratto da ‘Sulla poesia’ di Claudia Radi, capitolo III ‘Nacqui secondogenita’, paragrafo V ‘A proposito di rapporti familiari’; tutti i diritti riservati).
Avevo una cugina, ‘’avevo’’ non perché sia morta, ma perché attualmente non rilevo alcun legame di sangue o affettivo che mi colleghi ancora in qualche modo a lei.
Troppo ‘’dura’’ come affermazione?
Allora vi spiego meglio come la penso: il buonismo fine a sé stesso non mi è mai piaciuto, soprattutto quando viene manipolato con l’intento di riscattare ‘’la miseria’’ della propria vita.
E approfondiamo anche quello che intendo con il termine miseria: pochezza, questo è quello che intendo, di pensieri, di analisi, di senso critico, di cultura.
Ma dove sta scritto che la cultura te la fai solo ottenendo titoli accademici, da quando è successo che ci siamo ridotti così?
Alibi, solo alibi.
Mia madre aveva la licenza elementare e ha continuato a coltivare la sua cultura per tutta la vita, nei ritagli di tempo, durante il riposino pomeridiano leggendo la sua rivista settimanale di attualità, mentre cuciva e ascoltava i programmi di approfondimento alla radio, quando leggeva le informative che le pervenivano dalla banca e cercava di capire tutto…
La cultura va alimentata ogni giorno, soprattutto utilizzando quel meraviglioso strumento che è stato messo a nostra disposizione: la volontà!
Insomma, tornando a parlare della mia ex cugina, mi ricordo che ‘da ragazze’ ci venne a trovare nel luogo dove, nel pomeriggio per qualche ora, ci incontravamo con la nostra comitiva… alla ricerca di un fidanzato!
Abitava al lato opposto della città, ma per lei questo era un aspetto irrilevante… soprattutto considerando il fatto che non ci si era mai filate prima (a me e a mia sorella) se non per guardarci con estrema furbizia dall’alto in basso (caratteristica, questa, accentuata dei presuntuosi).
Che figura di (bip!) abbiamo fatto io e mia sorella per colpa sua, mi vergogno solo a ripensarci: aveva ‘puntato’ un ragazzo ‘’super-fidanzato’’ (lo sapeva eccome) e cercava di sedurlo.
Giustamente la fidanzata (poi divenuta sua moglie) venne a parlare con me e mia sorella per domandarci che cosa (bip!) si fosse messa in testa quella (bip!).
Io e mia sorella eravamo state cresciute molto bene a differenza sua, sempre con il ritornello che, al contrario di noi, altre ragazzine sfortunate non lo erano state (lei era una ragazza sfortunata in questo senso) e per questo piene di problemi comportamentali.
‘’Ho capito, mamma, ma tutti i problemi degli altri me li devo accollare io?’’
Si, era proprio così, la nostra educazione era basata su questo assunto, noi eravamo così (non importava il fatto che nel frattempo, noi, invece di uscire ed andarci a divertire, passavamo i pomeriggi a studiare; non importava il fatto che nel frattempo, noi, invece di gironzolare fuori casa, con estrema serietà e compostezza, ci occupavamo di adempiere ai nostri impegni di allora) e quindi con attenzione e gentilezza, dopo aver nuovamente riflettuto sugli insegnamenti ricevuti, spiegammo a nostra cugina che quel ragazzo era impegnato e quegli atteggiamenti ammiccanti e ‘’seducenti’’, che metteva in atto quando era presente, andavano evitati perché la sua fidanzata era stata informata e si è risentita (un eufemismo…) con noi.
Eravamo ragazze, ora siamo adulte, e questa (bip!) di mia cugina ancora ci crea dei problemi (anzi, forse non ha aspettato altro per tutta la vita!)
Insomma: non ha praticamente mai studiato né mi risulta si dedichi alla lettura, non sa quasi scrivere (delle e-mail cacofoniche, sgrammaticate ma soprattutto inattendibili) e nonostante questo sa tutto lei, soprattutto per quanto riguarda gestire soldi non suoi.
Però è una mamma e io non lo sono: questo le garantisce l’impunità!!
Ma io dico, ma come (bip!) è possibile che tutte le rotture di (bip!) capitino a me?
Persino con chi è impossibile gestire una conversazione, dico io, come si fa a raggiungere la chiarezza se non ci si parla e ci si spiega in maniera civile ‘’faccia a faccia’’?
Ma no, eh no, perché lo sa che facendolo raggiungeremmo la chiarezza di quello che per lei è meglio non chiarire e quindi a questo punto, sapete che cosa vi dico?
Che ‘l’ignorante’ lo fa apposta a rimanere tale, ‘’ha preferito istruirsi’’ solo a rompere i (bip!) e farsi i fatti suoi (alla faccia dello sviluppo sostenibile)!
E pensare che difficilmente dico parolacce, ma in certe situazioni (in solitudine a differenza sua…) emerge ancora tutta la secondogenita rimasta in me.
Forse se sapesse che l’unica persona ‘’della famiglia’’ ad aver avuto un pensiero gentile nei suoi confronti è stata mia madre, cambierebbe atteggiamento!! Forse…