Durante il biennio delle scuole superiori, il mio professore d’italiano stabilì che un’ora del suo programma sarebbe stata dedicata alla lettura del quotidiano.
Il libro di testo che adottammo fu: “Come si legge un giornale”, di Paolo Murialdi.
Inoltre, ci fece scrivere delle lettere a tutte le maggiori testate giornalistiche, formulando la richiesta di recapito di una copia gratuita del giornale alla scuola, classe I sezione A, in modo tale che potessimo leggerlo e confrontarlo con gli altri quotidiani.
Imparammo la struttura del giornale, il posizionamento dell’articolo di fondo o editoriale, come venivano riportate le notizie dalle testate di “destra” e come da quelle di “sinistra”.
Prima di leggere un giornale dovevamo sapere chi fosse il proprietario o il gruppo economico finanziatore e, di conseguenza, quali influenze subissero le cronache riportate al suo interno.
I grandi gruppi economici possono mettere a rischio l’indipendenza dei giornali e delle riviste, influenzando la copertura giornalistica e limitando la capacità dei giornalisti di agire in modo autonomo e imparziale.
Per questa formazione capisco, oggi, che gli abbonamenti gratuiti proposti da alcuni giornali (e non altri) a grandi associazioni, in realtà nascondono il fatto di voler veicolare alcune informazioni in un certo modo.
Quindi all’apparenza sembrano regalarti qualche cosa, ma in realtà, vista l’importanza che la comunicazione ha avuto sempre in tutti gli ambiti (economico, politico, culturale, pubblicitario, pubbliche relazioni, ecc.), quelli a trarne il principale vantaggio sono loro.
Devi conoscere quel tipo di notizia coì come io intendo propinartela, non conoscerla semplicemente riportando i fatti per quelli che sono, le contraddizioni per quelle che sono, le violazioni evidenti del diritto vigente in Italia che costituiscono un fatto (tanto per fare qualche esempio…).
La capacità critica e l’analisi dei media sono fondamentali per evitare manipolazioni e distorsioni delle informazioni.
È compito dei lettori analizzare in modo critico le notizie e confrontarle con fonti diverse per avere una visione più completa e accurata della realtà.
La capacità critica implica anche essere consapevoli dei propri pregiudizi e delle proprie opinioni, in modo da evitare di cadere nella trappola della conferma, cercando solo notizie che confermano le proprie convinzioni.
La giustizia nella comunicazione e nell’informazione, infatti, implica anche la rappresentazione equa e accurata di tutte le prospettive e punti di vista, soprattutto quelli delle minoranze e delle comunità svantaggiate. Questo è essenziale per garantire che tutti abbiano voce e visibilità nella sfera pubblica.
Quello che voglio evidenziare, e concludo, è che le violazioni del diritto vigente in Italia non possono in alcun modo essere giustificate, a meno che non si decida di bandire tutte le leggi esistenti e in questo modo ripristinare almeno il concetto di equità, accettando che sia definitivamente morta la giustizia italiana e l’unica legge esistente sia quella dettata dai poteri forti.
Autrice Claudia Radi
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