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“La mala fede”, articolo di Claudia Radi

Nel nostro sistema giuridico, sul quale si riflette quello dell’Unione Europea, uno dei principi cardine è diventato il così detto concetto di “buona fede”.

Perché questo concetto, apparentemente banale e scontato in una società civile, è fondamentale per il funzionamento e la tenuta del sistema?

Introdotto dall’art.1375 del C.c. nell’ambito della tutela contrattuale, impone alle parti di agire in ‘buona fede’ nel corso delle trattative e nell’adempimento degli obblighi contrattuali.

A livello europeo la ‘buona fede’, viene riconosciuta come principio generale del diritto contrattuale, nella Direttiva 93/13/CEE sulle clausole abusive nei contratti tra imprese e consumatori.

Recentemente, anche nel nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.lgs. 14/2019, che ha recepito le Direttive Europee sulla ristrutturazione dei debiti e l’insolvenza) il legislatore richiama tale principio, assente nella precedente normativa, rendendolo rilevante in tutte le valutazioni da effettuare.

La “buona fede” diventa quindi il riferimento giuridico per eccellenza, quando si tratta di individuare l’esistenza del comportamento corretto e leale che le parti, coinvolte in un determinato rapporto giuridico, devono avere tra di loro: è un principio fondamentale del diritto civile e del diritto dei contratti, che impone alle parti di agire in modo onesto, leale, corretto e non ingannevole.

Al fine di rendere acquisibile anche da un punto di vista filosofico, l’importanza dell’applicazione quotidiana del principio della ‘buona fede’, proverò a ragionare al contrario parlando della “mala fede”.

La “mala fede”, appunto, permea quelle azioni messe in atto consapevolmente da qualcuno ai danni di qualcun altro.

Quindi, un’azione compiuta in mala fede avviene nella consapevolezza di creare un danno ad altri ad esclusivo e personale vantaggio di chi compie quell’azione.

Tra un comportamento tenuto in “buona fede” e lo stesso tenuto in “mala fede”, ci passano secoli di storia nei quali la civiltà si è evoluta ed è divenuta consapevole della differenza.

Infatti, se è vero che i nostri antenati, armati solo di bastone e lance rudimentali, agivano per colpire l’altro che costituiva un pericolo per sé stesso, senza doversi porre il problema della buona o della mala fede, oggi non è più così.

Oggi, per fortuna, abbiamo creato un sistema nel quale siamo tutelati dalla legge, che ci fornisce strumenti di difesa diversi dalle armi, e nel quale la “buona fede” è diventata fondamentale per collocare, in modo corretto, quell’azione compiuta che ha creato danni ad altri tra i reati e quindi punibile

Se agisco in ‘buona fede’, vuol dire che non avevo la consapevolezza di creare un danno ad altri, nonostante io, comunque, lo abbia causato e per questo debba essere condannato al risarcimento del danneggiato.

Se agisco in ‘mala fede’, è evidente, dovrò essere punito in modo severo.

E se questo non dovesse più avvenire?

Se tutti cominciassimo a comportarci in ‘mala fede’ esclusivamente a nostro vantaggio, sicuri di restare impuniti, che cosa succederebbe?

I più deboli tornerebbero ad essere in balia dei più forti che, tornati ad agire come nella preistoria solo per colpire l’altro e difendere sé stessi, si dimenticano di non vivere più nelle grotte ma calati in un contesto sociale evoluto, regolamentato da leggi e dalla tutela dei diritti fondamentali.

Per questo la discriminante della buona o della mala fede in un’azione compiuta che ha danneggiato qualcuno, deve rimanere l’elemento cardine del nostro sistema, perché oggi più che mai ignorarla, causerebbe danni gravissimi e soprattutto renderebbe esclusivamente strumentali allo scopo dannoso per altri, tutte le azioni compiute.

L’onestà e la correttezza nelle relazioni umane, è importante sia dal punto di vista legale che etico.

Inoltre, il livello di consapevolezza raggiunto nel corso dei secoli e gli strumenti di tutela a nostra disposizione, inevitabilmente ci collocherebbe immediatamente nell’ambito della ‘mala fede’, qual ora li ignorassimo agendo impunemente a scapito di altri.

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Claudia Radi, autrice, i suoi libri sono disponibili su Amazon:

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